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Cross linking

Prima di introdurre una sintetica descrizione di questa metodica è necessario precisare alcune caratteristiche anatomiche della cornea che caratterizzano le sue funzioni fisiologiche.

La cornea è una membrana formata da vari strati: Epitelio – Membrana di Bowman - Stroma – Membrana di Descemet – Endotelio. Ognuno di questi strati ha particolari funzioni:

  • L’epitelio (strato più esterno) ha diverse funzioni: protezione da agenti esterni (chimici – meccanici - batterici), mantenimento di una equilibrata idratazione dello stroma ed infine una funzione refrattiva

  • La membrana di Bowman ha prevalentemente funzioni meccaniche e di barriera

  • Lo stroma è lo strato che maggiormente fornisce le caratteristiche biomeccaniche della cornea e la sua funzione refrattiva ed ha una struttura fibrillare/lamellare formata principalmente da collagene

  • Il complesso Descemet-Endotelio regola gli scambi idrici della cornea

La cornea ha una funzione principalmente refrattiva che viene fortemente influenzata dalla trasparenza di questa membrana. La trasparenza è garantita: da una regolazione precisa degli scambi idrici effettuata dai complessi Epitelio/Membrana di Bowman e Endotelio/Membrana di Descemet; dalla regolarità della struttura dello stroma e da una sua fisiologica idratazione. 

Le alterazioni della trasparenza corneale e le irregolarità strutturali diminuiscono la sua funzione refrattiva e di conseguenza la capacità visiva.

Esistono varie patologie che alterano la regolarità della struttura dello stroma e portano ad uno sfiancamento della cornea (Ectasia). Tra le tante, una delle più frequenti è il cheratocono.

Il cheratocono è una malattia degenerativa che compromette gradualmente la funzione visiva. Nei casi in cui l’evoluzione del cheratocono impedisca qualsiasi tipo di correzione e/o favorisca una perdita della trasparenza corneale, la soluzione è quella della cheratoplastica (trapianto di cornea) nelle sue varie metodiche.

Da circa una ventina d’anni si è sempre più affermata una metodica meno invasiva del trapianto e che fornisce buoni risultati nel modificare l’evoluzione del cheratocono: il CROSS LINKING corneale.

Questa tecnica sfrutta l’azione combinata di una sostanza fotosensibilizzante (riboflavina) e dei raggi UV per consolidare e regolarizzare l’architettura delle lamelle corneali.

Esistono due tecniche di cross linking: Epi-on, in cui non viene rimosso l’epitelio corneale, e Epi-off, in cui si ha una momentanea rimozione dell’epitelio.

La tecnica che garantisce risultati migliori è sicuramente la Epi-off e molto schematicamente funziona in questo modo: viene instillato il collirio anestetico e si procede alla rimozione di una porzione centrale dell’epitelio; si instilla poi la Riboflavina e si espone la zona interessata all’irradiazione di raggi UV pulsati per circa 20-30 minuti; si applica poi una lente corneale protettiva che rimane in sede alcuni giorni (3-4 giorni) fino a che si riforma l’epitelio corneale.

Nei primi giorni post-trattamento può essere presente un modico fastidio o una lieve dolenzia, normalmente ben controllate da colliri antiinfiammatori, e va messo in previsione anche un lieve e transitorio appannamento visivo post-trattamento (1-3 settimane).

Nei 15-20 giorni successivi al trattamento è necessario instillare anche dei colliri antibiotico-cortisonici. I risultati, che possono variare in base alla casistica, sono significativamente buoni sia per quel che riguarda la funzione visiva sia per la stabilizzazione nel tempo (Dresden Study – Siena Eye Cross Study – Australian Study – FDA Study), mentre le complicanze hanno percentuali contenute.

L’indicazione ad un trattamento di cross linking corneale è principalmente la presenza di un cheratocono che mostri segni evolutivi importanti.

Uno dei requisiti principali per poter effettuare il cross linking è uno spessore corneale superiore ai 400 micron, mentre tra i criteri di esclusione troviamo la presenza in anamnesi di pregresse infezioni corneali, soprattutto virali (cheratiti erpetiche).

Diventa quindi importante eseguire alcuni esami per valutare una prudente indicazione al trattamento:

  • Topografia corneale (da confrontare con esami precedenti per documentare una progressione del cheratocono)

  • Pachimetria corneale (ad ultrasuoni o ancora meglio Topo-Pachimetria eseguita con Pentacam o Anterion)

  • Esame della Biomeccanica corneale (Corvis)

  • Esame della funzione lacrimale (Schirmer Test/B.U.T. e/o Esame completo della funzione lacrimale con Idra)

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