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GLAUCOMA

della giornata ci sono due momenti di massima e due momenti  di  minima.  Gli  orari  in  cui  si  collocano  tali

Prima di inquadrare le problematiche della malattia glaucomatosa è necessario precisare alcuni concetti anatomo–funzionali. Il tono oculare (pressione oculare) viene regolato da dei meccanismi idrodinamici, interni all’occhio, di produzione e riassorbimento (deflusso) dell’umore acqueo.

L’umore acqueo viene prodotto dal corpo ciliare, dietro al diaframma irido-pupillare, ed è poi riassorbito  principalmente dal trabecolato,  una

struttura spugnosa a lamelle situata nell’angolo camerulare (angolo tra iride e cornea). L’equilibrio tra produzione e riassorbimento dell’umore acqueo provvede a mantenere un certo livello di pressione oculare.

Il tono oculare ha una variabilità fisiologica a seconda dei giorni e delle ore della giornata. Schematicamente  si può  dire  che  nell'arco

momenti sono diversi da persona a persona. Normalmente i livelli di base della pressione oculare, variabili da occhio ad occhio, si distribuiscono tra i 14 e i 20 mmHg. La variabilità nell’arco delle 24 ore è normalmente di 2-3 mmHg (ciclo nictemerale del tono oculare). In corso di malattia glaucomatosa i livelli di  base del tono  tendono ad  avere valori  maggiori, e maggiore è anche  la

variabilità nictemerale. Nei grafici qui accanto è possibile osservare la distribuzione media del tono oculare e la variabilità oraria (curva blu occhio normale, curva rossa occhio in presenza di glaucoma).

Una pressione oculare troppo elevata può gradualmente creare danni a livello di varie strutture; le più sensibili sono le cellule / fibre ganglionari, veicolo di tutti gli input visivi. Queste cellule infatti, poste all’interno degli strati retinici, sono dotate di lunghe fibre nervose, che partendo dalla retina, formano il nervo ottico. Fuoriescono poi dall’occhio, passano per una struttura endocranica chiamata chiasma ottico e giungono ad una struttura all’interno del cervello chiamata corpo genicolato e da lì, attraverso altre cellule nervose, portano le informazioni visive alla corteccia cerebrale.

Fino ad alcuni anni fa si tendeva a creare una identità tra pressione oculare alta e glaucoma. Attualmente si sa che la malattia glaucomatosa è una affezione del nervo ottico con una più rapida morte cellulare nel tempo, rispetto ai dati fisiologici normali, in cui la pressione oculare alta è uno dei principali fattori di rischio.  Gli  svariati 

milioni di cellule/fibre nervose che formano il nervo ottico, dalla nascita in poi, hanno un ritmo fisiologico di morte cellulare (apoptosi), che, anche prevedendo un lungo ciclo di vita, non portano ad un significativo danno visivo.

Nell’occhio glaucomatoso invece tale ritmo di morte cellulare è più rapido ed intenso, e gli alti livelli di pressione oculare lo rendono ancora più rapido. È una malattia molto insidiosa in quanto, normalmente, se i livelli di pressione oculare non sono elevati, non è presente una sintomatologia evidente ed i danni iniziali sono a carico della parte più periferica del campo visivo, quindi non sempre avvertiti. Man mano che tali danni progrediscono, coinvolgendo parti più centrali del campo visivo, vengono notati. E’ opportuno sottolineare che il glaucoma, soprattutto se non individuato e curato dal suo esordio, è attualmente la prima causa al mondo di cecità irreversibile.

Cambiamenti del nervo ottico e del campo visivo nel glaucoma

Il glaucoma nella sua insidiosità, spesso infatti è definito “il ladro silenzioso della vista”, può essere individuato precocemente e quindi sottoposto ad adeguata terapia, solo attraverso periodici controlli oculistici, che dovranno essere più regolari dopo i 35-40 anni, soprattutto se esistono fattori di rischio.

Il termine glaucoma raggruppa una serie di patologie il cui risultato finale è il danneggiamento del nervo ottico con relativo danno visivo. Ci sono Glaucomi ad angolo aperto,  i  più  frequenti,  e

Glaucomi ad angolo stretto o chiuso. Tali termini fanno riferimento alla maggiore o minore ampiezza dell’angolo camerulare. Le terapie da mettere in atto (mediche, laser, chirurgiche) variano a seconda del tipo di glaucoma.

I controlli essenziali, normalmente eseguiti in corso di una visita oculistica sono:

  • Tonometria (rilevazione della pressione oculare), eventualmente a vari orari della giornata;

  • Accurato esame del segmento anteriore oculare (ampiezza angolo camerulare);

  • Esame del fondo dell’occhio (testa del nervo ottico o papilla ottica);

  • Pachimetria (valutazione dello spessore corneale);

  • Perimetria computerizzata (valutazione del campo visivo);

  • OCT del nervo ottico, delle fibre nervose periottiche e delle cellule ganglionari perimaculari (esame finalizzato a mostrare danni anatomici a carico degli strati di fibre attorno alla testa del nervo ottico, la morfologia della papilla e l’ampiezza della sua escavazione, lo spessore dello strato delle cellule ganglionari attorno all’area retinica maculare dove la densità di tali cellule è maggiore).

Il glaucoma è una malattia cronica e necessita quindi di una terapia che deve essere portata avanti accuratamente e regolarmente, e che potrà essere variata nel tempo in base alla progressione o meno della patologia. Oltre alla accuratezza della terapia, molto importante è la regolarità degli esami di controllo, che potranno essere consigliati, ogni 3-6-12 mesi, a seconda dell’andamento della malattia.

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